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III.
Ho temuto, per il troppo cammino e per il salire ed il scendere, di dover logorare mezzo le gambe per via.
I miei giovani amici pittori erano discesi dalla montagna per incontrarmi e Prada, il giorno dopo la visita, aveva lasciato che il compagno s’incamminasse verso l’Alpe di Felleria, ed era rimasto presso di me, sacrificando qualche giornata di lavoro, al piacere di rivedermi e di accompagnarmi nelle escursioni che avessi voluto intraprendere.
Fra una chiacchiera e l’altra, non ricordo come, fu buttata là ed accettata la proposta di partire entrambi, il più presto, possibilmente di notte, con la luna, per raggiungere sull’alpe il pittore Omio che ci aveva preceduti.
Chi seppe questa mia decisione mi incoraggiò e se ne compiacque, per cui, felici, io d’avere accettato, l’altro di avere proposto, la mattina dopo, col primissimo biancore dell’alba, caricate sulle