Pagina:In faccia al destino Adolfo Albertazzi.djvu/229

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timori: Moser invano aveva chiesto la moratoria; era stato inevitabile il fallimento.

Ma perchè solo allora, mentre rileggevo la lettera di Guido, sembrò squarciarsi il velo che mi aveva ottenebrata la conoscenza? Perchè Roveni ricorse al mio pensiero e la figura di lui vi balzò, da un repentino sospetto, in una realtà che lo trasformava?

Lo vidi innanzi a me saldo nella persona: ma era saldezza ostentata; con gli occhi bianchi e freddi intenti a uno scopo: ma eran pieni di simulazione e falso ne era lo scopo; serio: ma non rideva, essendo tristi coloro che non ridono o ridon male.

Lo rividi, allora soltanto, nell’attitudine sospettosa del dì che andammo alle Grotte; nella franchezza equivoca dell’ultimo giorno che gli parlai alla fabbrica....

Perchè solo a legger quella lettera di Guido, e solo allora dubitai di essermi ingannato intorno a quell’uomo? M’ero ingannato davvero?

Mi parve di veder anche Ortensia. Chinava il capo sul petto della madre e ne confortava il dolore con un male in sè, nel suo cuore, più grande del male che confortava: il male che le avevo fatto io.