Pagina:In faccia al destino Adolfo Albertazzi.djvu/281

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delle ragazze Moser cominciava a piacermi. Per essere sicuro del terreno dove mettevo i piedi, come vuole il mio temperamento, un giorno discorsi di quella mia simpatia alla madre. La signora o previde che io non piacerei alla capricciosa figliuola o per la bella figliuola sperava un miglior matrimonio; ma, d’altra parte, temeva che io piantassi in asso il marito, e mi pregò di lasciar passar qualche tempo prima di dichiararmi.... E l’ingannatore sono io!

— Eugenia Moser accusata di sotterfugi, di simulazione, da. voi?...

— Non da me; dai fatti — oppose egli. — Sono fatti, questi! Se li può smentire, aspetti che io abbia finito: ci sbrigheremo più presto.

Lo lasciai dire.

— Un bel giorno arrivò l’amico di casa....

Ma a vedermi urtato dalla espressione, si corresse subito: — ....un vecchio amico della famiglia; non così vecchio però di non innamorare a poco a poco la signorina che piaceva a me. Io non sospettavo; pensavo a un’affezione quasi paterna; non badavo alle chiacchiere. Il dottor Sivori sapeva le mie intenzioni, le sapevan tutti: perchè sarebbe stato sleale? Invece egli amava e innamorava la signorina.... E l’ingannatore sono io!...

Questa volta aveva colpito meglio. Io tacqui ancora. Fatto più sicuro dal mio silenzio, Roveni continuò:

— Ma dovetti pur persuadermi che la signorina era incapricciata di lei, dottor Sivori. Perciò le domandai quel colloquio prima della sua partenza; e volli dimostrarle la serietà dei miei propositi. Sivori ha molto potere su Ortensia —