Pagina:In faccia al destino Adolfo Albertazzi.djvu/316

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mio amico non lo raccomandavia troppo.... Opposi che Moser non si raccomandava quale amministratore, sebbene io sapessi chàe la colpa della sua sventura economica non era tutta di lui: si raccomandava come tecnico; e non dubitavo che qualche industriale di Lombardia o Piemonte non tarderebbe ad approfittare dell’opera sua. L’interlocutore fece una smorfia. In conclusione, dopo la visita e l’inchiesta, potei scrivere a Claudio un modesto: «Chi sa?». Ma non potevo credere che il nome e l’offerta di Moser dovessero affrettare la costituzione della società anonima): Fabbriche di laterizi in Valrenana.

Un telegramma mi richiamava a Bologna pochi giorni di poi. Si voleva sapere da me se mai...., se nel caso poco probabile, del resto, che si componesse la società...., l’ingegner Moser avanzerebbe pretese molto alte....: quale direttore tecnico.... solo tecnico.... Una domanda quasi per semplice curiosità: senza impegno! senza impegno!

Risposi che se la intendessero con lui; e s’intenderebbero forse.... (io almeno lo credevo...., speravo....) s’intenderebbero facilmente.

Passarono alcuni altri giorni senza che sapessi più nulla in proposito; finchè una cartolina di Claudio mi annunciava che egli veniva a Bologna a concluder l’affare.

Chi l’avrebbe mai detto? Costì, di dove partii per cominciare a far soldi, ci vengo per ricominciare!

Ma io non potei andar a Bologna nè egli recarsi a Molinella; non ci vedemmo.

Altro silenzio; un silenzio tuttavia pieno di questa attesa: «verranno tutti a Bologna!»