Pagina:In faccia al destino Adolfo Albertazzi.djvu/337

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Ma Claudio assalì il vecchio mentre faceva tal meditazione con le palpebre basse e l’obbligò a scoprir le pupille:

— Sei tu davvero?! il Biondo?!

— Ma è lei?!... Claudio! Ah corpo!... il signor Claudio! Rita! Rita! Venite a vedere chi c’è! II signor Claudio! il cacciatore! l’amico del signor Carlo....; — e intanto Moser per poco non 1e schiacciava abbracciandolo.

Ortensia sorrideva. Rise alla seconda scena, quando comparve la donna.

— Oh Vergine Santissima!: il signor Claudio!

— Oh Vergine Pulicreta!, come siete vecchia! Qua che vi abbracci anche voi.... — E staccandosi da lei: — Una bella vecchietta, però! Camperemo cent’anni, noi due!... Evviva!

E lei a ripetere: — Oh che matto! che matto!

Indi i complimenti alla signorina:

— Me ne rallegro tanto di vederla così bella! La mamma cosa fa? Sta bene?

— Su, presto! Dammi lo schioppo! Due colpi, prima d’andar in paese a trovar le vecchie conoscenze.

— Ma non si può, signor Claudio! È tempo proibito, adesso! — avvertiva il vecchio.

— Dammi il «catenaccio» ti dico!

Il Biondo dovè portargli lo schioppo secolare, che Claudio chiamava il «catenaccio».

Caricandolo — prima la polvere; poi la stoppa; poi i pallini, e ancora stoppa — Moser brontolava:

— Questo almeno non è invecchiato!

— Badi, signor Claudio, che ci sono i carabinieri; il delegato può credere che siano schioppettate di socialisti! — ammoniva ancora il Biondo. — Ai tempi che corrono....