Pagina:Intorno ad alcuni avanzamenti della fisica in Italia.djvu/14

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servazione è giusta, come avverte il Priestley, al quale parve anche molto buona la spiegazione che il Porta dà per mezzo d’una figura del citato fenomeno1. Nella stessa operetta insegna che un raggio di luce, il quale cade entro uno specchio concavo parallelamente all’asse, incontra quest’asse medesimo in un punto, la cui distanza dalla superficie dello specchio non può esser maggiore della metà del raggio2. Ciò posto, si propone questo problema: Dato il punto, in cui un raggio di luce viene a cadere sopra uno specchio concavo sferico, determinare il punto dell’asse, su cui questo raggio va a riflettere. Il qual problema risolve con una semplicissima costruzione geometrica3.

12. « Si sa (scrive l’illustre Venturi) che volgendo l’occhio verso una banda qualunque della cavità ossea che lo rinchiude, e quindi premendo leggermente col dito o col pomo d’una spilla la banda opposta e posteriore dell’occhio stesso, una tal pressione comunicata per mezzo degl’intonachi esterni sino alla retina vi eccita l’immagine d’una fiaccola chiara soprattutto e distinguibile nell’oscurità »4. Il Porta ben conosceva un tal fatto, e se n’era accertato con esperienze fatte sui propri occhi. Perocchè parlando egli nella citata opera intorno alla rifrazione delle immagini, le quali appariscono ai nostri occhi, sebbene non sieno date da alcun oggetto

  1. Priestley, The history and present state of discoveries relating to vision light and colours. London 1772, pag. 42.
  2. De refr. opt. lib. II, prop.1.
  3. De refr. opt. I c.
  4. Venturi, Commentari sopra la storia e le teorie dell’ottica. Bologna 1814, vol I, pag. 64.