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ultimi tempi di indipendenza 99


alla Moldavia il ricchissimo appaltatore delle dogane Costantino Corniacto, Greco ortodosso e costruttore della chiesa «moldava» di Leopoli (successori suoi furono i fratelli di Marini Poli, Ragusini, al pari del loro associato Domenico). Il legato Annibale di Capua, il cardinale Montalto proteggevano l’opera di proselitismo nei paesi rumeni, in cui ebbe la sua parte anche il celebre padre Possevino, predicatore nella Moscovia. Già dopo ’l 1580 aveva residenza a Bacovia l’Italiano o Greco di lingua italiana Geronimo Arsengo, «vicario e vescovo eletto di Moldavia», Minorità, e nel 1590 un Veneziano di Gandia, Bernardino Guerini, fu nominato «vescovo din Argeş e della Moldavia e Valacchia», colla residenza nella stessa città di Bacău: tornato da Roma nel 1599, portava ai principi rumeni brevi apostolici che gl’invitavano all’Unione colla chiesa d’Occidente1.

16. Già era scoppiata quella rivolta della Transilvania, Moldavia e Valacchia contro i Turchi che doveva rinnovar in Europa la memoria del valore dei Rumeni. Sigismondo Bàthory era stato educato dai suoi precettori gesuiti nell’idea della necessità di una lotta dei cristiani contro la tirannia degli osmani Infedeli. Il suo confessore, lo Spagnuolo Alfonso Carrillo, la sua Corte, composta in parte d’italiani, tra quali un Fabio Genga

  1. Nello stesso tempo Giovanni Boterò descriveva anche i paesi rumeni nelle sue „Relationi Universali".