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ultimi tempi di indipendenza 109


metodo criminale che aveva imparato nelle provincie olandesi di Filippo Secondo: una compagnia di fidi soldati valloni sotto Giacopo Beaury andò alla tenda di Michele per arrestarlo. «Io preso?, gridò il Bravo, e cadde subito colpito dalle alebarde (19 agosto 1601). Il suo corpo nudo fu gittato sui campi, la testa fu veduta legata al cadavere di un cavallo. I suoi fedeli poterono rapirla di nascosta ai cristiani profanatori e portarla riverentemente nel chiostro di Dealu, dove Michele aveva prestato nel 1598 il giuramento all’Imperatore e seppellirla presso alle reliquie di suo padre, Petrascu-il-Buono. La semplice iscrizione rumena contiene queste parole: «Qui trovò riposo l’onorato capo del cristiano Michele, il Gran Voevoda, che fù principe della Valacchia, della Transilvania e della Moldavia: il suo corpo onorato giace nei campi di Borda, e, quando l’uccisero gl’Imperiali (Nemţii= i Tedeschi), era l’anno 1601, il mese di agosto giorni 8. Questa pietra gliela dedicarono il signor Radul Buzescu e sua moglie, Preda».

20. Colla Sede romana non ebbe Michele relazioni dirette frequenti. Ma già nell’agosto del 1597 gli rispondeva il Papa della nuova crociata, Clemente VIII, lodando «la fortitudine ed alacrità del suo animo pella difensione valente della causa cristiana contro il Turco, accanito comune nemico» («animi tui fortitudinem et alaeritatem ad causato christianae Reipublicae propu-