Pagina:Iorga - Breve storia dei rumeni, 1911.djvu/146

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142 capitolo vi


andremo a passeggiar? Andiamocene dunque, e poi visiteremo qualche tradir (ted. Traktier, caffè-ristorante), ed ivi troveremo gli ufficiali che giuocano, chi carte, chi bigliardo.» Le «cocoane», mogli dei boiari, imparavano a ballar nuove figure, esse che apprezzavano sempre più nei loro ospiti l’eleganza, lo spirito ed il resto. Il costume orientale non doveva più durar alla lunga pelle donne. L’ammobiliamento semplice e durevole veniva cambiato colla «moda di Vienna». Così pure in Valacchia, dove il principe di Coburg teneva Corte. Quanto al contadino, il viaggiatore francese Salaberry trovò in capanne donne povere che raccattavano come animali i resti del pranzo per dargli ai loro bambini affamati e villaggi intieri che, benedicendo l’ora della liberazione cristiana, si nutrivano con pane di scorze d’alberi.

15. La pace di Sištov (1791) poi quella di Iassy (1792) si andavano approssimando. I boiari, tra i quali Giovanni Cantacuzeno, «che sarebbe considerato come persona colta in ogni paese», dichiarorono di preferir che «il loro paese avesse la sorte di Lisabona e Lima», rovinate dai terremoti, piuttosto che di ritornar senza condizioni sotto il vecchio regime. Domandavano in qualità di «nazione rumena», sotto l’influenza delle idee della rivoluzione francese, che il principe venisse eletto per un numero di rappresentanti dei tre stati, chiedevano la protezione russo-austriaca, la