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il risorgimenro rumeno 153


crazia di nascita l’oligarchia gerarchizzata dei funzionari secondo il sistema russo, senza dare una soluzione definitiva alla questione urgente dei contadini. Tra le speranze della nazione intiera cominciarono il loro regno l’energico Michele Sturza, spirito organizzatore, ed il romantico Alessandro Ghica, sostituito poi nel 1843 da Giorgio Bibesco, allievo delle scuole di Parigi, che attraevano in quel tempo la gioventù rumena.

5. Fino al 1848, l’anno della rivoluzione generale, e della Repubblica militante, sotto questi principi i quali capivano l’importanza del movimento culturale, fu creata, pegli sforzi di una generazione entusiastica, un’intiera letteratura moderna rumena. Il successore di Bazar, che abbandonò ammalato il paese, benedicendolo, per morir nel suo villagio transilvano, Giovanni Eliad, che aggiunse poi al suo nome ellenico, dovuto al capriccio di un maestro di scuola, quello, nazionale, di Rădulescu, condusse in Valacchia l’opera delle traduzioni specialmente dai Francesi, classici e romantici — , il teatro, fondato dalla «Società Filarmonica», dei giovani boiari, e diede il primo giornale, la prima rivista pubblicata a Bucarest («Curierul românesc»; «Curierul de ambe-sexe»). Tradusse anche Dante 1 e la «Gerusaleme liberata», che imitò in un poema dedicato alla cariera eroica di Michele-il-Bravo. Autore di una celebre grammatica, in cui dava norme per l’introduzione dei neologismi, raccomandando le pa-

  1. Nuova traduzione del novelliere N. Gane.