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prime influenze italiane sul popolo rumeno, ecc. 33


missioni di rimediarvi, Licostomo e Moncastro rimasero anche dopo queste lagnanze venete empori riservati ai soli mercanti di Genova e Pera di Costantinopoli, che avevano ivi i loro consoli e massari. Venezia, che nel 1352 aveva ottenuto un privilegio dallo Zar bulgaro Alessandro, trovava ora la biada bulgara nel porto di Varna, dove, come anche a Calliacra e fin’a Licostomo stesso, si annidò poi quel signorotto Dobrotić che doveva dar il suo nome alla Scizia Minore.

3. Già nel 1373, non senza essersi inteso colla Signoria veneta, Dobrotić era in guerra aperta coi magistrati della Gazaria genovese; il governatore ribelle di Tenedo, Giovanni Muazzo, diventò suo alleato. Pietro Embrone, consolo di Licostomo, ebbe la sua parte in queste ostilità che si svolgevano nel tempo in cui finiva il regno del principe valacco Laico (Mircea vinse il fratello Dan nel 1386) ed i Moldavi non erano ancora arrivati al Danubio inferiore ed al Mar Nero, nel tempo in cui i Bulgari, spartiti in tre Stati deboli, subivano le prime invasioni degli Osmani. Così i Genovesi potevano sperar di crear in queste regioni una forza politica indipendente, una nuova Gazaria delle bocche del Danubio, per sfruttar più completamente il commercio del Settentrione barbaro. Attraverso il territorio rumeno andavano i corrieri di Caffa fino a Buda, residenza di quel nuovo rè Si-