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Pagina:Iorga - Breve storia dei rumeni, 1911.djvu/70

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66 capitolo iv


Così, mentre che ’l Sultano tornava col corpo dei gianizzeri, sminuito pella disperata resistenza dei Moldavi, Stefano usciva dal suo nascondiglio fra montagne inaccessibili e «cavalcava potente per tutta la Moldavia» («egresso Vayvoda et per totam Moldaviam intrepide obequitante»).

6. Gli successe anco di ristabilir Vlad Țepeş, suo parente, in Bucarest, nei dintorni della quale ribelli e Turchi poterono ucciderlo in un’imboscata. Soltanto nel 1477 arrivò Stefano a metter il suo cliente Basarab il giovine in Bucarest, ma per vederlo in breve tempo diventar vassallo dei Turchi, senza i quali non avrebbe potuto mantenersi. Lo stesso avvenne anche di Vlad il Monaco («Călugărul»), il «Caloiero» delle sorgenti italiane, fratello di Țepeş, che ottenne la Valacchia nel 1482 doppo la vittoria di Stefano contro Basarab. L’intenzione di sottometter la Valacchia all’influenza moldava ed impiegar le forze di tutti i Rumeni danubiani, coll’aiuto dei Transilvani stessi, tra cui v’erano tanti elementi militari della medesima razza, contro gli Osmani, si era dimostrata vana.

Padroni della Valacchia, dominando in Caffa, Tana e tutte le città del littorale pontico, avendo anche a loro disposizione i Tartari, il di cui Cano fungeva adesso da vassallo osmanico, i Turchi dovevano far ogni sforzo per guadagnar anche i porti moldavi e ridur la Moldavia alla situazione precaria di un piccolo Stato