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Se dunque si vuol conoscere la forma originaria di questa «scorza», astraendo dalle «salviette» e dalle «tinture» che ornano i muri di certe case nella montagna valacca (1), bisogna ancora una volta rivolgersi alla Moldavia integrale, prima degli smembramenti oggi riparati, ma sopra tutto ai distretti montuosi della Valacchia.

Ho sott’occhio uno dei più belli di questi tappeti, proveniente dal distretto di Prahova. È diviso in parecchie strisce longitudinali d’un’ammirabile colorazione vegetale: giallo chiarissimo, colore di burro fresco, nero, arancione, azzurro d’una dolcezza infinita, rosso sangue di bue, verde. Vi sono rappresentati dei rombi di un cromatismo interessantissimo; e sul primo fondo giallo vi sono pure delle figure bianche orlate di nero, con in mezzo un triplice rombo verde, orlato di nero, e poi una figura rosso-cupa coi contorni verdi e il disegno interno rosso pallido orlato di rosa; una terza figura è verde, orlata di rosa, con un disegno interno giallo orlato di rosso cupo. Nelle altre strisce si ha una combinazione assolutamente nuova fra questi colori così diversi, senza che mai un tono stridente ne turbi la perfetta armonia.

Il tappeto della Bessarabia ha colori più smorti e meno variati, fra i quali domina spessissimo, sul giallo della foglia morta, sul pallido verde, sul rosa sbiadito, il potente fondo nero o un fondo turchino, d’una intensità, d’una solidità straordinarie. Il tessuto è più fitto di quello della Bucovina, che è anche notevolmente più vivace e assai più fedele all’antico schematismo di quello della Moldavia restata libera — sull’arte popolare di questa regione si è troppo spesso esercitata l’influenza del prodotto di fabbrica, dal quale provengono fiori inverosimili e uccelli impossibili. Il tappeto della Bessarabia non può essere considerato come il vero tipo di

  1. Oprescu, op. cit., p. 39.