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CAPITOLO VI.
l’arte popolare negli arnesi e negli utensili.
In fatto di arnesi e di utensili, bisogna cominciare da quelli semplicissimi, ma spesso decorati con gran cura, opera del pastore quando è «a munte», sulla montagna, e dispone di molto tempo libero.
Prima di tutto, il pastore copre di ornamenti molto vari, d’un carattere individualmente originale, il suo vincastro, la bâtă (bonță) o căpcel, la măciucă (mazza). Il vincastro così decorato si dice «scritto» (scrisă), «screziato» (împestrițată, împestrită), «inciso» (crestată, încrestată), împuitată, împuiată («che ha degli ornamenti da pulcino») «dipinto» (zugrăvită), «formato» (înformată), ornato a serpentina (șerpuită), «piumato» (împănată), «ornato» (chindisită). Quando ha delle incrostazioni di metallo, il vincastro è «ferrato» (ferecată).
Su tutto il vasto territorio percorso dal pastore transumante, i disegni incisi entro il legno, preparato o no, talora colorato o semplicemente annerito, spalmato di grasso o esposto al fumo (1), hanno tutti lo stesso carattere, assolutamente geometrico. Il cromatismo, alternando del rosso, del turchino (in Transilvania), raramente interviene: tutto si riduce a un lungo lavoro ostinato, minuziosissimo, che cerca di riempire tutto lo spazio disponibile e vi riesce.