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torna alla profusione dell’oro sui grembiuli che sotto la ricca striscia della vita hanno delle lunghe frange rosse ricadenti sul bianco della sottana, o, primitivamente, della camicia. I distretti dell’Oriente valacco mettono della discrezione nei colori vivi; e anche nelle parti montuose della Moldavia si osserva lo stesso carattere di misura nella tonalità. I tappeti, invece del rosso dell'Oltenia, o del distretto di Argeș, presentano dei gialli chiari, dei verdi smorti, un po’ di rosa sbiadito in Moldavia, e nella Bucovina e in Bessarabia il nero mette una nota cupa e risalta il turchino, d’una tonalità bassa e severa.

Varia anche la scelta delle cose rappresentate di preferenza. In alcuni gruppi di vallate si ha solo la foglia o il fiore, sopra tutto certe foglie, certi fiori; la spiga di un distretto si contrappone agli aghi di pino di un altro; solo in alcune province appare l’uccello, l’animale o la stessa figura umana, talora coi capricci della moda, resi in maniera assai curiosa.

Aggiungiamo ancora che il grembiule sfrangiato del Banato, la corta sottana rotonda e pieghettata del distretto di Mehedinți, i due grembiuli, uno davanti e l’altro dietro, della Valacchia, il grembiule unico che fascia strettamente il corpo in Moldavia, rappresentano pure forme diverse del vestiario.

Ma in tutti questi prodotti dell’arte popolare c’è qualcosa che li unifica, ossia, nella decorazione, la riduzione a costruzioni lineari, a notazioni astratte di tutto quanto tali figure schematiche pretendono rappresentare. Triangoli, rombi, linee oblique parallele, croci, servono a riprodurre tutto quello che si presenta allo sguardo dell’ingenuo artista.

Queste forme, massime per le donne che tessono o che ornano le uova, hanno nomi poetici, che riconducono la figura all’oggetto tipo della natura vegetale o all’esemplare della vita animale coi quali sembra avere maggior somiglianza. La signorina Miller-Verghi, nella sua «Collezione di disegni ancestrali» (molto misti e talora colorati erroneamente), G.