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una certa epoca, alla tecnica semplice dei suoi primi artefici, dai Pirusti dell’epoca classica agli zingari invasori, al XIII secolo, al seguito dei Mongoli. La scuola dei metallurgici balcanici rappresentata dai Romeni della Macedonia non fece che applicare i procedimenti bizantini fino al XIX secolo, durante il quale dei Serbi e degli Albanesi praticarono tale mestiere (1). Fanno eccezione i pochi lavori dei contadini Uzuli nei Carpazi galiziani.

Ma c’è di più. L’influenza bizantina invase anche dei domini ove non potè affermarsi completamente. Il costume di corte delle imperatrici, del loro seguito e della ricca società di Costantinopoli fu imitato ovunque si stabilì una nuova monarchia cristiana, presso quei primi clienti che furono gli Slavi, «Bulgari» e Serbi, e gli Albanesi di razza illirica, e presso quegli ultimi venni che forse solo nel XIII secolo indorarono del prestigio di Bisanzio la loro energia di contadini, cioè i Romeni. Se non furono adottate le forme del costume, gli antichi colori discreti furono però soppiantati dal rosso porpora, dall’oro e dall’argento (vedi specialmente il costume romeno d’Argeș e di Muscel, in Valacchia).

Il dominio turco in questo campo, come nella maggior parte degli altri, non fece che rinnovare sotto un nuovo nome etnico e con una nuova dinastia musulmana la Bisanzio conquistata da Maometto II. Sulle stesse strade e seguendo le stesse tradizioni, i mercanti trasportavano oggetti, in gran parte di metallo, che avevano lo stesso carattere ed erano improntati alla stessa tecnica. Ieri ancora nelle più anguste valli perdute della Valacchia si vedevano i mercanti ambulanti dei Balcani, Turchi, Albanesi o Greci, offrire alla curiosità femminile dei villaggi mode d’una esotica attrattiva: ma l’im-

  1. Haberlandt, op. cit., pp. 17-18.