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pazi e nella regione collinosa che li fiancheggia, tanto nel territorio romeno quanto nei luoghi ove altre razze presero e conservarono l’eredità degli antichi Traci. La Polonia, a parte anche le sue isole rutene, ne presenta numerosi esemplari, con varianti locali. Gli Sziculi della Transilvania, antichi custodi delle marche, ivi stabiliti da quei colonizzatori che furono i Cavalieri Teutoni all’inizio del XIII secolo, adottarono, al loro stanziarsi in quell’ambiente millenario, il metodo di costruire, se non quello di ornamentare, dei Romeni: le loro case di legno nell’angolo sud-est della provincia, non si differenziano in nulla, come linea, dall’abitazione romena; il che però non avviene colà dove si trovano mescolati ai Sassoni, la cui abitazione è quella di tutti i Renani (1). Da questo lato tale sistema di costruzione ha come frontiere, a est il tipo di casa russa, di carattere finno-asiatico, l’izba; a ovest, la casa germanica dei coloni stabiliti dai re d’Ungheria nel «deserto» dell’avida loro fiscalità.

A sud, fino alla regione costiera, nella direzione dei tre mari, l’Adriatico, l'Arcipelago e il Mar Nero, la tradizione architettonica è la stessa; la si ritrova tanto nelle vallate della Serbia montuosa e in quelle della Bosnia-Erzegovina, quanto presso i Bulgari dei Balcani e del Rodope; e con i casali all’illirica, alla «vlaca», copre il versante orientale del Pindo.

Da queste regioni marittime e soprattutto da quelle del Mar d’Occidente e del Mar del Sud — la riva del Mar Nero e il suo territorio interno albergano una popolazione colonizzata per ordine amministrativo o per migrazione popolare, rinnovatasi parecchie volte — proviene un altro sistema, di

  1. V. lo studio di Sabin Opreanu, nell’«Annuario dell’Istituto geografico di Cluj» (Transilvania), Cluj 1928; Teodoro Chindea, Contribuții la istoria Românilor din Giurgeul-Ciucului, Gheorgheni 1930.