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«strat» dei fiori, l’aiola, il «letto dei fiori», nello «strat» del fucile, il calcio) (1).

Non ci sono armadi, salvo nelle case di costruzione moderna o in quelle delle regioni che subirono l’influsso occidentale, dei Sassoni della Transilvania, dei Tedeschi colonizzati nella Bucovina e nel Banato, ed anche nella Bessarabia. Il nome solito, turco, di dulap, significa in realtà semplicemente legno d’una certa specie (in Transilvania c’è pure il nome tedesco di «coastăn», Kasten; variante romena dialettale arțar (2). Il vero armadio (in francese la parola viene dal mobile che contiene le armi) si trova nello spessore del muro, se questo è in muratura, e i ripiani son formati da tavole qualsiasi. Questo sistema si trova pure nelle case degli antichi boiari. Non offre quindi motivo alcuno di ornamentazione.

Gli oggetti che non sono esposti — specie i capi di vestiario — , o che non sono posati — i «bibelots» — sul davanzale interno della finestra, fra i vasi di fiori e i frutti più belli o sotto la nuvola diafana delle tende finemente tessute — , vengon riposti in una cassa, lada (diminutivo: lădița). Abbiamo già parlato di quelle che si vendono sui mercati, provenienti dalla Transilvania, da Brașov, con quei larghi fiori che son riusciti a piacere a una nazione amante, per tradizione, degli oggetti stilizzati. La forma più antica non è dipinta, e tanto meno colorita nel modo che ricorda l’Occidente e di cui i Magiari, col tulipano ancestrale, vollero fare il principale motivo della loro arte popolare nella pittura. Formata da quattro tavole verticali nelle quali se ne incastrano una o due orizzontali e chiusa da un coperchio che abbraccia le due

  1. L’identità di significato è rappresentata dalla variante: patul pustii.
  2. Segnalato da V. Bogrea, che conosce anchee, in Transilvania, armar.