Pagina:Isernia - Istoria di Benevento I.djvu/250

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nache col titolo della beatissima Vergine, non senza però la cooperazione e l’aiuto del duca e della sua piissima consorte, che avanzava tutti nello zelo della cattolica religione. E oltre i sussidii in denaro fece dono Gisulfo alla Badia della chiesa di S. Croce posta in quel distretto con tutte le sue adiacenze, con condizione però che vi fossero elette badesse tre donne, chiamate Gausana, Pancrituda e Goriberga, le quali, sdegnando le mondane grandezze, elessero di vivere in quella solitudine; e poco dopo il duca donò pure all’ordine dei benedettini il territorio della Gentiana, ed altri beni di non lieve valore.

Gisulfo ebbe sempre intime relazioni con Liutprando, ma questi tuttavia non altro conseguì in Benevento che solo di poter riannodare gli infranti legami tra il re ed il duca, poiché niente fu rinnovato rispetto alle condizioni delle terre del ducato. E dopo la morte di Liutprando tanto ducato di Benevento che quello di Spoleto riacquistarono la loro antica indipendenza.

A Liutprando successe nel regno il nepote Ildebrando; ma fu deposto (744) e gridato re dalla nazione Rachi duca del Friuli.

I duchi di Benevento e Spoleto, amendue congiunti alla caduta famiglia reale, nutrivano sentimenti ostili ai novello monarca, e per questo trassero profitto di tale elezione per sottrarsi a qualunque dipendenza dal regno. Laonde nell’anno 746 Spoleto e Benevento furono dal re medesimo disegnati come paesi nemici e stranieri, e si promulgo una legge che vietava sotto pena di morte di spedire messi a Roma, Ravenna, Spoleto e Benevento; nonché nel regno dei Franchi e degli Avari senza l’ordine del re.

Rachi dopo venti anni di concordia col papa si levo in armi per ignota cagione, contro di esso, assoggettando la Pentapoli, oggi Marca d’Ancona, e stringendo d assedio Perugia. Il papa Zaccaria avea aperte pratiche con Pipino re di Francia per averlo soccorritore in quelle angustie, ma non