Pagina:Isernia - Istoria di Benevento I.djvu/60

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delle armi, che sulle prime fu ad essi propizia, poichè avendo verso la frontiera occidentale del Sannio investiti i Romani, che non si attendevano un tale assalto, li volsero in fuga. Indi i Romani, rifatte poco dopo le ordinanze, vennero coi Sanniti a campale giornata, e dopo alcune ore di combattimento riuscì alla cavalleria sannita di rompere le linee nemiche; ma essendosi lanciata sui bagagli, bramosa di preda, i Romani, preso il tempo opportuno, irruppero di nuovo contro i Sanniti intenti al bottino, e li sgominarono da più parti. La rotta fu compiuta, e giacque estinto sul campo di battaglia lo stesso generale sannita.

I romani vinsero simultaneamente anche in Apulia, e il console Fabio espugnò Lucera con la strage di 20 mila Sanniti; per cui la confederazioni del Sannio, sempre più disanimata, chiese ai Romani la pace, ma non potendo ottenerla senza discapito della indipendenza del Sannio, risolvette di rimettere nuovamente le sue ragioni al filo delle spade. E siccome il successo delle grandi imprese militari soventi volte dipende dalla scelta del capitano, così la confederazione elesse a capo delle milizie del Sannio Caio Ponzio di Telesia figlio di Erennio, il più savio e valente dei Sanniti, e uno di quegli uomini nel cui animo ferve onnipotente il culto della patria e della libertà. E questi, a rinfrancare gli spiriti delle popolazioni Sannite con una prima segnalata vittoria, stimò opportuno trarre il massimo vantaggio possibile dalla difficoltà dei luoghi poco noti al nemico.

Volgeva l’anno di Roma 433. I consoli Veturio e Postumio erano accampati a Calazia in Campania. Ponzio accortamente ridusse così celatamente le sue schiere nelle vicinanze di Caudio, che niuno potette averne notizia. Indi da varie bande fece propagare la voce che i Sanniti eransi avviati alla volta di Luceria per prenderla di assalto. E non si tenne a ciò, ma commise a dieci soldati, travestiti da pastori, che, simulando di pascolare gli armenti nei dintorni di Calazia, si studiassero di cadere in mano dei Romani, e che, interrogati sulle mosse de’ Sanniti, raffermassero la corsa voce che gli stessi attendevano a espugnare Luceria.