Pagina:Isernia - Istoria di Benevento II.djvu/105

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intimò a Roberto di demolire quel castello, ma costui tenne duro, sicchè il pontefice adirato fulminò contro di lui la scomunica. Il Contestabile allora fece molto apparecchio di armati, per cui Roberto, mosso più dalla tema delle milizie beneventane che dell’anatema, atterrò la rocca, rendendo sicure le adiacenze della città. E per un tal fatto il Contestabile fu donato dal papa di due egregi destrieri e di duecento scudi d’oro.

Ma increscendo ai Normanni la potenza e la fama di Landolfo, si collegarono con Roberto principe di Capua, invadendo i dintorni di Benevento con grande armata; ma il Contestabile, venuto subito con essi alle mani, li pose compiutamente in rotta. Nè si rimase a questa prima vittoria l’audace Landolfo, poichè con quattro mila pedoni espugnò prima il castello di Ferraroggia. e poi quello di Apice, per cui i Normanni gli posero tant’odio addosso che risolvettero di disfarsene in ogni modo. E, dopo avergli inutilmente tesi degli agguati, impresero a predare e a devastare il territorio beneventano, protestando che non avrebbero giammai desistito da siffatte incursioni se prima Landolfo non fosse stato deposto dal grado di Contestabile. E quindi recisero delle vigne, distrussero le palafitte, e fecero prigioni quanti beneventani diedero loro nelle mani. Il Contestabile Landolfo conservò il suo grado, malgrado che l’arcivescovo della città lo esortasse a deporsi, finchè questi, indotto, a quanto pare, da un sentimento di invidia, gli suscitò contro tutto il popolo, finchè fu astretto Landolfo a rinunziare al suo ufficio nel marzo del 1114, ma il pontefice Pasquale II, grandemente turbato di ciò, istituì un serio giudizio su quei fatti, pel quale, svelate le trame dell’arcivescovo, fu questi solennemente deposto, e venne reintegrato Landolfo della Greca nel primitivo suo grado di Contestabile, che resse poi tranquillamente sino al 1117.

A Stefano II successe nel pontificato Gelasio II, il quale, avendo a cuore di conservare alla S. Sede il dominio beneventano, commise ad Ugone cardinale del titolo dei SS. Apostoli di presiedere al governo della città, che resse insieme a Stefano diacono, il quale era stato da prima nominato Ret-