Pagina:Isernia - Istoria di Benevento II.djvu/267

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citavano le arti più vili, la seconda. La magistratura comunale era presieduta dal suo capo col titolo di gonfaloniere, il quale durava in carica un triennio.

Fu pubblicato da Leone XII un nuovo codice di regolamento giudiziario per le controversie forensi, e lo stesso pontefice introdusse in Benevento il dazio fondiario, del quale la città era stata sempre esente. Questo stato di cose durò finché visse Leone XII, ma assunto al pontificato Gregorio XVI furono eseguite nuove riforme. In primo luogo si fondò una congregazione governativa composta di quattro consiglieri, con la facoltà di coadiuvare nelle deliberazioni amministrative il delegato, il quale la convocava coll’intervento di un segretario generale, che da lui esclusivamente dipendeva. Fu anche pubblicato un nuovo codice penale e un nuovo regolamento di procedura civile e criminale, coll’aggiunzione di alcuni provvedimenti legislativi che concernevano lo stato delle persone, le successioni e gli atti di ultima volontà, i fedecommessi, i contratti, i privilegi e le ipoteche. Fu pure emanato un nuovo editto sull’ordinamento amministrativo delle provincie e dei comuni, e intrapresa una riforma riguardante il numero e le classi dei magistrati e consiglieri comunali. Sotto il governo di Leone XII nel novero dei 48 consiglieri si comprendeva anche la magistratura, ma il pontefice Gregorio, pur conservando un tal numero di consiglieri, ne escluse i magistrati.

In proceder di tempo la rappresentanza comunale rimase composta di nove cittadini che si dissero anziani con un capo che prese il titolo di Gonfaloniere, il quale era scelto tra le famiglie più chiare per natali e beni di fortuna. Gol nuovo ordinamento giudiziario al Pretore fu sostituito un tribunale collegiale composto di un presidente, e di due giudici titolari per le cause civili, e questo medesimo Tribunale coll’aggiunta di due supplenti decideva anche le cause penali. Esso nelle cause non eccedenti la sua competenza giudicava da tribunale di prima istanza, da tribunale di commercio negli affari commerciali, e da tribunale di appello nelle cause civili e penali decise dall’assessore legale, il quale era stato surrogato ai due