Pagina:Isernia - Istoria di Benevento II.djvu/279

Da Wikisource.

– 270 –

ri. I loro alunni, nei quali erasi anche propagato lo spirito d’intolleranza, in una bella sera, provvedutisi di alcune armi, si fecero a gridare: fuori gli insegnanti forestieri; e recatisi in furia alle loro stanze, li avrebbero forse trucidati, poichè trapassarono coi coltelli le coltri e le lenzuola dei loro letti, se a quell’ora, benchè tarda, gli insegnanti, alla cui vita si tramava, non si fossero trovati assenti insieme al Rettore Capasso, il quale, giunto poco dopo con la Guardia nazionale, rimise subitamente l’ordine colla espulsione dei principali promotori di quel tumulto.

Pio IX nel 1850 rientrò in Roma, dopo il memorabile assedio, e immediatamente i gesuiti riaprirono in Benevento le loro scuole, e con sottilissima arte divennero quasi gli arbitri di tutto. Essi di maniere piacenti si acquistarono facilmente l’amore di non pochi giovani che esaltavansi al solo nome dei gesuiti, e per essere di austeri costumi guadagnatasi la fiducia di molti cittadini, e di ciò trassero profitto per mescolarsi nei più importanti affari di famiglia. Ma l’interesse assai più che la fiducia legava tanti padri di famiglia ai gesuiti, poichè essi solo volgean le chiavi del cuore de11 arcivescovo, il cui potere sovrastava di molto a quello dei delegati apostolici e del Comune, sicchè dalle loro occulte proposte derivava in gran parte il conferimento della maggior parte delle cariche civili e specialmente ecclesiastiche.

L’insegnamento dei gesuiti in quei tempi era in molte parti assai difettoso e inadeguato ai bisogni del tempo. Si studiava per quattro anni la grammatica latina con un autore in latino, cioè Alvaro, che fu assai tardi volgarizzato, pretendendosi che i giovani dovessero apprendere un ignoto mediante un altro ignoto. Il maggiore esercizio consisteva nella composizione dei versi latini, ma questo esercizio era del tutto meccanico, poichè ai giovani non si facevano notare le vere bellezze della poesia latina. Lo studio poi dell’italiano mancava del tutto, e anzi si dava a credere ai.loro alunni che i genitori li mandassero alla scuola unicamente per apprendere la lingua latina, e non solo mancava interamente lo studio dell’italiano, ma pur quello dell’i-