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ai Monastero di S. Sofia nell’anno 774. E quindi la sua fondazione si riporta al secolo VIII, e forse anche più innanzi, e si ritenea per una delle più cospicue chiese della città di Benevento, per cui fu data in rettoria all’arcidiacono.

Nel 1157 questa chiesa passò ai monaci di S. Benedetto, per la donazione fatta dall’arcivescovo Arrigo ad Unfrido abate di Terra Maggiore, come appare da una bolla registrata dall’Ughelli. Intorno al convento di S. Lorenzo, dice il P. Francesco Gonzaga, De origine Seraphiccie Religionis, che esso fu abitato da monache benedettine sino al 1160, che abbandonato in quell’anno, per tema delle soldatesche le quali campeggiavano la città, restò lungo tempo privo di abitatori, e che da ultimo, a impedirne la ruina, fu nel 1450 conceduto ai Francescani dell’Osservanza, che tuttavia vi dimorano.

La chiesa di S. Lorenzo acquistò grande nominanza pel celebre simulacro di Maria SS. delle Grazie. Donde e in qual anno ci sia esso venuto non abbiamo documenti che l’assicurino. La più consentita opinione ritiene che un tal simulacro fosse stato recato in Benevento dalla celebre Artelaide, ai cui si è innanzi parlato, e che venisse poi trasferito nella chiesa di S. Luca, la quale, perchè contigua alla casa da Artelaide abitata, divenne poscia il precario sepolcro della sua spoglia, e si crede che quel tempio fosse stato dedicato al suo culto, e che da lei traesse il nome. Codesta opinione viene confermata dallo stile greco della statua, in cui si osserva il pargoletto Gesù sorretto dal sinistro braccio della vergine, e in conseguenza alla sinistra di lei, posto appo i greci riputato di maggiore dignità. Il minor pregio di questa immagine — tanto decantata per la melanconica espressione del volto — consiste nella maestosa leggiadria delle sue forme. Quando all’epoca del trasferimento di questo santuario alla chiesa di S. Lorenzo, i cronisti locali sostengono che dalla chiesa di S. Luca, posta accanto all’antica Porta Rufina, e che fu chiamata poi S. Artelaide, per essere stata ivi sepolta la santa, la detta immagine, al tempo di Sisto IV, fosse stata collocata nella chie-