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Pagina:Isernia - Istoria di Benevento II.djvu/98

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vamente le leggi romane, benché di taluni si sappia che prendessero per regola di vita le leggi della nazione a cui appartenevano.

Ma per quanto spetta al principato di Benevento non bisogna ignorare che, oltre le leggi generali longobarde, pubblicarono i principi di Benevento, ad esempio dei re longobardi nei loro capitolari, diverse leggi che in parte erano nuove, e in parte contraddiceano a quelle dello stesso editto.

E per accennarne qualcuna, assai singolare parve a tutti una legge che i principi di Benevento emisero a punire le monache colpevoli di carnale diletto.

Esse, per aver violato il solenne voto di castità, erano collocate nel ginaceo, il quale, a quei tempi ancor barbari, assai poco differiva dai moderni lupanari, luogo certamente indegno di donne che, sebbene cadute in fallo una volta, erano sempre astrette a mantenere inviolato il voto di castità. Nelle leggi longobarde si fa spesso menzione di un tal abuso, cui tentò ovviare Lotario con una legge speciale. In queste colpe incorsero per lo più le abitatrici dei chiostri situati fuori i luoghi abitati, le quali, nel tempo in cui tenne il governo di Benevento il principe Arigiso, vissero dedite per modo ai diletti del senso; che questo principe giudicò indispensabile di emanare il seguente editto: «Prescrive adunque il principe, che, provato il fallo di queste donne impudiche, sieno condannate a pagare la pena pecuniaria del delitto, e poscia espulse dal monastero.» È a credere però che nei tempi del re Liutprando non si fosse ancora tra quelle donne diffusa tanta corruttela, o che si fosse potuta celare, imperocchè egli con una sua legge acconsentì all’istituzione di monache non claustrali, di cui non fu penuria neanche nei primi secoli della chiesa, le quali abitavano nelle proprie case, e un tal costume fu in tempi recenti adottato dalle suore della penitenza, dalle domenicane, dalle terziarie francescane, e dalle Orsoline, donde nacque ai nostri giorni la denominazione di Monache di casa. Il Muratori produsse un bellissimo documento di una tale antichissima costumanza che sale all’anno 907, e da cui appare benanche che Ageliruda