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18 viaggio nel mar rosso e tra i bogos.




II.


Il golfo di Suez — Pioggia e grandine presso lo stretto di Giabal. — Marosi fosforescenti. — Gebel Teer — Il Samhar e la terra dei Danakil. — Avvenire di una stazione marittima e commerciale nella baia d’Assab. — II sistema coloniale inglese è quello da preferirsi. — Costituzione fisica del territorio d’Assab. — I sultani danakil ed i loro seguaci. — Aspetto, indole, costumi, idioma dei Danakil. — Presa di possesso del nuovo territorio italiano. — Visita a Berehan, sultano di Reita, ed acquisto dell’isola di Darmakié. — L’Africa rimane incagliata sopra un banco. — Pesca nelle acque di Darmakiè. — Partenza per Aden.


L’Africa si pose in viaggio l’indomani del nostro arrivo, cioè il 2 marzo, alle 4 pomeridiane.

Appena usciti dalla rada di Suez osservammo un gran numero di uccelli marini, fra i quali primeggiavano gabbiani e sterne, e vedemmo poi un immenso stuolo di questi volatili che seguiva due barche peschereccie per cibarsi dei residui gettati in mare dai pescatori.

In quel giorno e nel seguente scorgemmo sempre le due rive del golfo di Suez, qua basse e lievemente ondulate, là sollevate in maestose catene erte di picchi scoscesi e lacerate da profondi burroni. All’altezza di Tor salutammo sulla costa asiatica il gruppo imponente del Sinai, e sulla opposta le vette sublimi dell’Acrab. Queste, come tutte le montagne che sorgono sulle rive del Golfo Arabico, somigliano ad immani scogliere logorate da un antico mare prosciugato, e presentano un aspetto loro proprio, dovuto forse alla loro costituzione geologica ed alla assoluta mancanza di vegetazione. La vivida luce onde sono illuminate e la trasparenza dell’aria ne fanno risaltare a gran distanza i contorni e le anfrattuosita con mirabile nitidezza; di più, secondo lo stato dell’atmosfera e l’ora del giorno,