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24 viaggio nel mar rosso e tra i bogos.

giorno come di notte; che si fabbricassero altresì un certo numero di capanne da concedersi gratuitamente ai coloni, almeno nei primi tempi. Desidererei che si scavassero pozzi, si tracciassero strade e piazze, e sopratutto che si offerissero tutte le possibili agevolezze agli Arabi, ai Baniani, ai Somali e ai Danakil, affinchè venissero a stabilirsi nella nuova città; e perciò bisognerebbe adottare un sistema coloniale che assicurasse a tutti libertà intera e protezione, e non incepasse il commercio con dazi e balzelli.

Il governo, a parer mio, dovrebbe mantenere nella baia un vecchio bastimento da guerra stazionario, il quale insieme ad una piccola guarnigione di 50 o al massimo di 100 uomini, dovrebbe bastare a proteggere la colonia da qualunque eventuale attacco.

Converrebbe poscia esplorare i paesi circonvicini che ancora in gran parte sono terre incognite e stabilire amichevoli relazioni con i capi indigeni, invitarli a mandar i loro prodotti ad Assab per essere venduti o permutati con manifatture europee; e finalmente richiamare al nuovo porto alcune delle carovane che ora fanno capo al golfo d’Aden o a Massaua.

Pochi agenti di case commerciali italiane basterebbero da principio a promuovere un notevole movimento d’affari, che diventerebbe poi assai importante, se una società nostrana di navigazione imprendesse, come ne aveva formato il progetto, un servizio a vapore di cabotaggio lungo le coste del Mar Rosso e scegliesse Assab per punto estremo delle sue corse.

Il paese d’Assab, tanto in ragione del suo clima quanto per la natura del suolo, non sarà mai una colonia agricola, e non diventerà mai sicuramente un centro considerevole di popolazione europea. La sua importanza è relativa ad un altro ordino di idee. Oltre all’interesse che presenta quale stazione navale e militare, esso deve considerarsi come una via per la quale la nostra influenza potrà penetrare ed estendersi nell’Etiopia meridionale, come un nuovo sbocco aperto ai traffici. Ed a coloro che lamentano la mancanza di possessi coloniali italiani atti ad accogliere la nostra emigrazione, dirò che Assab è la porta di una regione poco distante dal mare, nella quale sono vasti altipiani ricchi di svariatissime produzioni, con terre feraci innaffiate da acque correnti e clima mite e salubre; regione po-