Pagina:Issel - Viaggio nel Mar Rosso e tra i Bogos, Milano, Treves, 1876.djvu/93

Da Wikisource.

isola di sarato. 73

a stento ad afferrare Asgar e dovemmo poi spendere quasi intiera un’altra giornata per raggiungere Sarato.

Il 18 maggio diamo fondo nella rada ampia e sicura di cui l’isola è fornita dalla parte di mezzogiorno, e vi troviamo all’ancora tre barche armate per la pesca delle perle, reduci da Dahlac, ove hanno rinnovato i viveri e l’acqua. Manifestando io l’intenzione di visitare Sarato, Abu-Baker mi esorta sul serio a desistere dall’impresa, perchè quella terra deserta d’uomini e d’animali è dimora dello scilan (diavolo), che suol comparirvi sotto forme diverse e spaventose. Guai al temerario che ardisse affrontarne la vista, massimamente dopo il tramonto! Invano pregai il nachuda di definirmi un po’ meglio la natura di codesto essere misterioso che gli ispirava tanto terrore; non volle dir di più, e ricusò del pari di accompagnarmi nella mia escursione.

Recatomi a terra, mi diressi verso settentrione, ed oltrepassata una spiaggia emersa, tutta coperta di conchiglie e d’altre produzioni marine calcinate, mi si parò d’innanzi una catena di nude collinette calcari di 40 a 50 metri d’altezza, varcata la quale mi trovai in una sorta di vallone privo di vegetazione, in cui numerosi falchetti neri (appartenenti senza dubbio alla specie del Falco concolor) descrivevano volando capricciose spirali e rompevano colle loro acute strida il silenzio di quella solitudine. Passata un’altra altura, che mi sbarrava la via, entrai in un ameno bacino circondato di colli verdeggianti, nel cui fondo luccicava un piccolo lago d’acqua salsa, comunicante col mare per mezzodì un canale, le cui rive erano dappertutto assiepate di foltissime rizofore, dalle foglie lucenti di color verde cupo, colle ramose radici sommerse. All’ombra di queste piante stavano miriadi d’uccelli acquatici, specialmente gabbiani, sterne, ardee, pellicani, quali al riposo su d’una zampa, quali correnti in traccia di vermiciattoli e d’insetti. Al mio avvicinarsi levaronsi a stormi con gran frastuono, per raccogliere il volo un po’ più in là.

Non in frotta cogli altri ma solitarii, v’erano pure colà parecchi individui di Ardea Goliath, enormi uccelli, sopra di color bigio, sotto d’un bel castagno, dal collo lunghissimo, bianco macchiato di nero e colla testa coperta superiormente di lunghe piume castagne e fulve. A breve distanza trovai sopra una rupe un gran nido, simile ad altri da me osservati nell’isola di Dar-