Pagina:Issel sulla ostreicoltura in francia e in italia.djvu/3

Da Wikisource.







La Commissione istituita dalla Camera di Commercio e d’Arti di Genova, col mandato di rispondere ad alcuni quesiti riflettenti l’industria ostrearia proposti da S. E. il Ministro d’Agricoltura e Commercio nella sua circolare del 7 Gennaio 1879, esprimeva il desiderio, per me assai lusinghiero, che le presentassi per iscritto alcune idee che già avevo avuto l’onore di esporle a viva voce intorno alla grave questione sollevata dalla circolare ministeriale.

Io mi misi tosto all’opera e, studiandomi di corredare il mio qualsiasi parere di dati, notizie e considerazioni che valessero ad accrescerne possibilmente l’autorità ed il valore, il lavoro mi si allungò a dismisura e ne risultò la memoria che oggi raccomando alla indulgenza di questo benemerito Consesso.

Si attribuisce a Sergio Orata il merito di aver inventato l’ostreicoltura, perchè egli, innanzi la guerra contro i Marzi, stabiliva a Baia e poscia nel Lucrino i primi serbatoi destinati all’allevamento dei gustosi molluschi. Dal Lucrino, in cui più non sussiste, questa industria passò, dopo lungo intervallo di tempo, al Mar Piccolo di Taranto, ove ancora si mantiene; assai più tardi fu introdotta nel lago di Fusaro.

A Marenne, alla Rochelle, a Cancale, Courseule e in altre località della Francia occidentale si applicavano da parecchi secoli ingegnosi artifizi per favorire la moltiplicazione e l’allevamento delle ostriche, ma in tempi a noi più vicini, circa 30 o 40 anni fa, vuoi che si fossero smarrite le antiche tradizioni, vuoi che le condizioni locali fossero mutate, quegli artifizi erano divenuti improduttivi o