Pagina:Istituzioni di diritto romano.djvu/120

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INTRODUZIONE 117

della Legislazione. Lavori di questo genere giunti, sebbene incompleti, fino ai nostri tempi, sono i seguenti:

(a) Dei frammenti di una Collezione di passi importanti, tratti dalle opere di Giureconsulti di gran nome, come Papiniano, Ulpiano, Paolo, Celso, Giuliano, Pomponio etc., e da Costituzioni Imperiali. Abbiamo 7 titoli soltanto di questa compilazione, i quali furono trovati nella Biblioteca Vaticana dal celebre Cardinale Angelo Mai, e pubblicati per la prima volta da lui in Roma nel 1823, sotto il Titolo di Juris Civilis Ante-justinianei reliquiæ ineditæ, e ristampati poi a Parigi (1823), ed a Berlino (1828) sotto il titolo di Vaticana juris fragmenta, col quale sono più comunemente oggi conosciuti.

(b) Un Opera divisa in 16 titoli, chiamata comunemente, Lex Dei, seu Mosaicarum et Romanarum Legum Collatio, ma che nei manoscritti porta il titolo di: Lex Dei, quam Deus præcepit ad Moysen. Essa è un confronto delle Leggi Mosaiche con le Romane, scritto alla fine del 4°, o al principio del 5.° Secolo. L’autore sconosciuto di quest’opera, trattando i diversi argomenti, riferisce da prima il disposto del Diritto Mosaico, poi espone le opinioni dei Giureconsulti Romani, e le Costituzioni Imperiali sulla materia, per mostrare l’accordo fra i due Diritti, e così per accreditare sempre più il Diritto Romano. Pithou, celebre scolare del Cujacio, pubblicò il primo questo libro (nel 1573), ma non è stato più trovato il Manoscritto dal quale l’aveva tratto; in seguito ne furono rinvenuti due altri manoscritti, l’uno a Vercelli dal Blume, l’altro a Vienna dal Lancizolle. Blume pubblicò una bella Edizione di questo libro a Vienna nel 1828.

3. Una raccolta di Responsa di un autore ignoto, che viveva probabilmente al principio del sesto Secolo. L’autore risolvendo molte questioni giuridiche, cita letteralmente alcuni frammenti delle Sententiæ di Paolo, e di altri Giureconsulti, e riferisce altresì alcune Costituzioni. Si suole denominare questo libro col titolo, che gli diede il Cujacio, di Consultatio Veteris Jureconsulti; il Cujacio lo pubblicò per la prima volta nel 1577