Pagina:Istoria della città e costiera di Amalfi.djvu/102

Da Wikisource.

84 in esso palpiti e contento; ed il rapido passaggio dalr infelice situazione in cui era, ad un felice sperato avvenire, è più facile a comprendersi che a descriversi. Confinato in quel castello era stato per altro rispettato nel suo infortunio; anzi menata vi aveva una vita tranquilla e voluttuosa, percorrendo nelle ore del gior* no r intemo giro del castello 9 e passando le sere in compagnia di una giovane greca di rara beltà, che ammantata di lungo e nero velo eravi introdotta dal suo fido cameriere. Prossimo essendo intanto il tempo prefisso alla fuga, i finti mercatanti favoriti dal tenebroso silenzio della notte, invitano a cena i custodi, si provocano a bere smoderatamente, danno a costoro vini generosi, quando essi lo bevono bene innacquato. I custodi in conseguenza sepolti nel vino e nel sonno sono spogliati di tutte le armi che avevano ammassate nel portico del castello da’ finti mercatanti, i quali disserrate le porte cidle prigioni svegliano Siconolfo, e su legni amalfitani già pronti alla vela, sei portano in Consa, ove si tenne occulto per alquanto tempo presso di Orso suo cognato, e poscia di Ademario figlio di Dauferio che il presero come in trionfo e lo condussero a Salerno creandolo Principe. Eremperto (i) racconta così questo avvenimento. «A» vendo Ademario mandato ad invitar Radelchi a venir» con r esercito in Salerno, assicurandogli la conquista, yt ne fu persuaso anche da’ suoi S tratori (a) i ma essendo (i) Erchempcrt, cap. XV. • (1) Siratofes} diverso e ìì significato che se ne dà dal Du-Gange. Facilmente erano quei che accudivano alle stalle Imperiali, o del Principe quasi come Contestabili; ovvero coloro che spingevansi avanti 1* esercito p(*r provvedere gii alloggi o accampamenti. V. Ilerchempert apud Camita Pereg. in not. to. 1. pag. cfi.