Pagina:Istoria della città e costiera di Amalfi.djvu/133

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Ii5 ma to>ppo encomiando la bravura di Baldisio capo delr esercito napolitano. «n Prìncipe di Gipua ( egli dice ) Atènulfò, Tolen» do distruggere e fugare dal Garigliano lo stuolo de* Sa» raceni; fece unione col duca Gregorio di Napoli e )» cogli Amalfitani 9 convenendo j che daschednno di Ioli ro desse un determinato numero di«soldati per aumen*» tare T esercito, il quale divenne ben grande. Giunti» nei Garigliano subito gli assalirono; ina pòiebè erano B ben muniti di antemurali e di fossate 9 non poterò*» no superarli, e quindi furono obbligali di stringerli Il intomo d* assedio. I Saraceni iKcivano di continuo dai 11 loro recinti, provocando i nostri a battaglia véniTa-*» no spesso alle maui ^ ed i nostri uccidendone moTti I» di essi r obbligavano a chiudersi ne^ ùinceramenti. < «Intanto aivendo gli artefici Amalfitani’ composte di^ )i verse macchine rompevano a forza gli antemurali; ma n non per questo i nostri tentavano di entrate nel re» cinto: tanta era la resistenza de^ Saraceni, quantun**» que avessero i nostri fatta gran ruitiadeMoro atttemn^» raii, e delle torri di legno, ch^ erano’ vicino le fossate. «In una notte, nel mentre i nostri confederati stan» chi dalle fatiche dei giorno, sen^a calitela’ dormiva» no a sonno pieno ecco che i Saraceni seihpre ac9 corti in danno de- liemici, entiraron^ senza alcun osta» colo nel campo de* cristiani facendo una gran strage.» Ma Baldizio capo dell* esercito napolitano, uomo vali loroso e pieno di coraggio 9 scagliandosi co* suoi militi 11 dall* altro canto sopra di essi ne fece orribile uccisio» ne ) e quindi entrando nel loro accampamento pose a 11 sacco i loro ricchi tesori. Egli non arrestando i suoi» passi si spinse fin dove rimanevano gli schiavi cristiani,» i quali sciolse dalle catene e rimise in liberta. «In cotal guisa egli carico di oro, d^ argento 9 e di