Pagina:Istoria della città e costiera di Amalfi.djvu/135

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^ 117 Diti insieme si portarono colà a soccorrerli, onde fa che nella pugna vennero i barbari astretti a lasciare col proprio sangue e colla fuga la vittoria a’ loro nemici. £ difiScìle immaginare fin dove giungesse la temeriti e pertinacia de^ Saraceni in allora contihuatamente ap-* parecchiati a^ danni de’ luoghi del nostro Regno — Non vi fu città 9 regione o provincia cV essi o non ardessero, o non vi esercitassero rapine, versando torrenti di sangue. La famigerata città di Pesto da’ Greci nomata Pos^ siàoìda (i), 9jk6 r» n«or($»yo$, cioè di Nettuno, città dei Doresi e secondo altri de’ Sibariti, e capo della Lucania (2), cbè rintuzzato avea il furore d’Alarico re dei Westrogoti e degli altri barbari-, circa nel 916 dell’e. v. o come altri vogliono 98 1, cadde ^r le mani degli Africani nella totale distruzione ed esterminio (3). Il suo classico suolo, celebre per la magnificenza dei tempj e teatri, per l’ospitalità del lido, per la sua sirena, e pel clima tanto decantato da’Poeti qual’eterna pri-* mavera, in cui due volte l’anno vi profondeva le sue (i) Oppidum Poestum, Graecis Possidonia appella tu tn. PHnius lib. 3. cap. 6. Cluverios Ital. aotiq. to. a. cap. 14 pag.’ 1357. (3) Fratillus in notis ad hist. Longobard. Erchempert lib. i. p. 8i. (3) là edificazione di Possidonia resta nell’oscurità de* tempi. Sappiamo però per le istorie, essersi nell’anno 4aa (av. Te. y.) collegata co’ Sanniti offerendo. della resistenza ad Alessandro Molosso re d’£piro 9 chiamato da’ Tarentini nemici de’ Lucani contro alle città Greche, e poco dopo a Pirro Be d’Albania. — Divenuta colonia de’ Romani, deluse la potenza del bellicoso Annibale, anzi in quei tempi calamitosi somministrò validi soccorsi alla città di Roma, contro si terribile nemico f con dell’oro, nayi» e soldati ( Livio nel lib. a6).