Pagina:Istoria della città e costiera di Amalfi.djvu/209

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»9» di lei sepolcro erettogli dal consorte, con iscrizione tapi daria composta dal Fontano: QVI LEGIS HÀEC, SVBMISSIVS LEGÀS, KE DORMIENTEM EXGITES IIEGE FERDINAmDO ORTÀ MARIA ARAGONA HIC CLAVSA EST NYPSIT ANTOiriO PICGOLOMIITEO AMVLFAE DVGI STRENVO, CVI RELIQVIT TRES FILIAS PIGNYS AMORIS MVTYI PVELLAM QVIESCERE CREDIBILE EST QVAE MORI DIGITA NON FVIT. TIX. Air. XX. Air. D. MCCCCLXX. Il Duca rimasto vedovo e senza prole maschile, passò in seconde nozze con Maria Marzano figliuola di Marino principe di Rossano e nipote del mentovato re Ferdinando (i), da cui n’ebbe ^attro maschie due femine. I primi furono Alfonso Duca d’Amalfi, Giovanbattista mar-^ chese d’Iliceto, Francesco vescovo di Bisignano e Federico che si mori nubile. Le due femmine furono Eleonora e Giovanna. Infine Antonio Piccolomini si vuole esser morto verso il 1493, lasciando Alfonso I. suo figliuolo nel Ducato; tempo in cui Carlo Vili re di Francia, mossosi alla conquista del Regno di Napoli, che pretendeva pervenirgli in retaggio dalla casa d’Angiò, donò a Ferrante d’Este, figlio del duca Ercole, il ducato di Amalfi. Tale donazione fu fatta in Vercelli il 26 settembre i495. U (1) Scip. Ammirato famigl. nobili pag. uG6.