Pagina:Istoria della città e costiera di Amalfi.djvu/375

Da Wikisource.

349 Lotario per cai ordine nel iiSy con 60 galee pisane rimise Amalfi e Ravello alla sua divozione (i). Sotto al reame di Carlo U d’Angiò numeravansi pure in ^esto nobilissimo legnaggio 46 cavalieri, tra quali nel 1^70 Ursone Bufolo, Viceammiraglio o Protontino della Provincia di Campagna, Principato, Abruzzo ec. Giacomo e Carlo verso il i3oo furono insigni giureconsulti — Francesco Rufolo dottore di legge ^ cappellano di Clemente VI e auditore di Sacra ruota, fu nell*i349 vescovo di Nola. — Landolfo ricchissimo mercatante a^ tempi del Boccaccio, le cui dissavventure nel mare da questi vengono descritte in una delle sue Novelle (2): e cosi di tanti altri cospicui personaggi surti da una tale schiatta, che per potenza, ricchezza e splendore non cedeva punto a qualunque altra de* suoi tempi. In Napoli tennero nella chiesa di 8. Domenico maggiore la cappella detta di 5. Vincenzo, la quale in seguito fu concessa alla famiglia Blanch patrizia di Barcellona e Marchesi di s. Giovanni* Non men celebre appresentossi negli annali la noUIe famiglia Frezza di Ravello, cosi detta a sentimento del De LelUs, dallo strumento della freccia usato nelle battaglie, come chiaro mostrasi dalla forma delle fasce del suo stemma. Molti ragguardevoli soggetti di que< sta prosapia troviamo sotto le varie dinastie del nostro reffio essere stati innalzati alle prime cariche, come (i) Laurent. Boniucontri. hist. utriusq. Siciliae lib. 3.» Iter uni Lotbarius in Italiani revocatur, qui Pisis parata classe sexaginta triremium Amalphim Ravellumque, Rogerio subjcctos tì coepit, atque incolam Rufulum praefecit. 9 (2} y. Boccaccio Decamcirone to. V. novel. 4*