Pagina:Istoria della città e costiera di Amalfi.djvu/428

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402 Altri pregevoli dipinti di Andrea Malinconico si ri^ marcano nella chiesetta gentilizia della famiglia Acampora ec. Nella chiesa parrocchiale del casale di Campora si veggono nella volta delle pitture a fresco del Mozzili!. Questa terra nel XIII secolo fu dal re Carlo II d’Angiò concessa al milite Landolfo d’Aquino (i), indi fu compresa tra le diverse terre appartenenti al ducato d^ Amalfi come in altro luogo dicemmo. — La sua popolazione ascende a 35^0 abitanti, fra galantuomini e contadini. Sono generalmente d’indole frugale, cortesi, laboriosi; ma vendicativi, litigiosi e pieni di coraggio ] effetto senza dubbio della tempera del loro clima molto freddo, e rìgido. Il territorio Agerolese dà legna e frutta a ribocco; come castagne, pere e mele di varie specie ) sorbe, prugna, ciriege ec. Produce ancora del grano e grano-turco. Le uve non vengono a perfetta maturità j atteso il freddo che vi domina. I monti presentano un aspetto ridente, consolante ed aromatico. La caccia di lupi, volpi, lepri, martore, ghiri ) falconi, colombi, tortore, starne, quaglie, tordi ec. trovasi in abbondanza. Il bestiame in buona copia offre degli ottimi lattici nj. — Un tempo Pindustre ramo della seta rendeva non piccolo emolumento agi* indigeni di questo paese, che T estraevano per Napoli ed altri luoghi del Regno. Verso la banda settentrionale de* monti di Agerola veggonsi i ruderi dell’antico castello di Pino j il quale dicemmo essere stato fortificato nel 940 dal doge d’Amalfi JUastalo (7). Alla banda occidentale della costiera incontransi sa di scoscese colline le due seguenti contrade. (i) Ex regist. 11184 litt. A. fol. 137. (2) Ved. Pari, i cap. VI. pag. lai di qucsropcra.