pressamente attestalo Costanzo Felice nell’Efimeride historico, Pietro de Natalibus in Catalogo Sanctorum cap.25. & altri Ecclesiastici Scrittori. Et essendo Suasa il Municipio, & la principal Città del Terren Senonio, senza fallo si può tenere, che’ella di tutte l’altre fosse la prima à ricever la Fede. Il che per sommo favore dal grand’Iddio riconoscere si deve, havendo egli nelle prime linee del libro della vita quei Cittadini ascritti. Quindi è, che in Suasa, & in ogni parte del suo Territorio il numero de’ Fedeli tanto in breve augumentossi, che al tempo di Eleuterio Pontefice Romano, & di Commodo, & Pertinace Imperatori l’Anno del parto della Vergine 194. à gli Idolatri i Cattolici prevalendo il Tempio dalle loro mani tolsero, in cui Venere, Demonio della lascivia adoravasi, e quello dall’immonditie Diaboliche spurgato, à Maria Vergina lo consacrarono. E se bene da gli Scrittori non si fà mentione di quelli, che generosamente combattendo per Christo presero il Martirio, devesi però credere, che infiniti per Christo sotto varij tormenti lasciassero la vita: mà per mancamento di chi scrivesse siano i lor nomi, e la notitia de’ lor fatti egregi rimasti appresso gli huomini dentro le tenebre dell’oblivione sepolti, cosi compiacendosi Dio, che la privatione de gli honori humani con larghi doni della sua liberalità nella celeste mensa della visione beatifica ricompensa. E perche in quei tempi calamitosi, i fedeli di Christo in questa Contrada, non si sà di certo, che havessero altro Tempio, dove rendessero lodi à Dio, che quello di Santa Maria del Piano, il quale trà densissime selve nascosto, al miglior modo potero, custodivano delle nemiche invasioni, e da Gentili, che continuamente l’insidiavano, dentro à quello (se non m’inganno) & à suoi cimiterij portavano i loro morti, especialmente i Martiri à sepelire. Anzi sopra quelli, che più fortezza mostrarono in soffrire tormenti, alzarono le Colonne di marmo; acciò con questo segno ne’ posteri la memoria loro si conservasse: Onde fino à questo giorno se ne vedono alcune, con molta meraviglia di chi non resta informato del mistero, dentro i sudetti cimiterij, non potendosi imaginare à che fine marmi sì pretiosi siano stati all’intemperie dell’aria esposti, potendosi oprare ne gli ornamenti de gli edificij regij. E vero, che con sommo ramarico mio, e d’ogn’altra intelligente persona in quella Contrada, il presente Anno 1638. mentre ch’io stò scrivendo quest’Historie, la maggior parte delle dette Colonne sono state da quei cimiterij levate, e trasportate in Corinalto: & la Porta, per cui alla stanza sotterranea s’entrava, è stata serrata, togliendo à curiosi la commodità di vedere gli Archi, e le Colonne sudette; se bene à quest’ultimo disordine, con poca fatica si può dare rimedio. Hà quest’opinione anco fondamento nella voce del volgo, la quale per traditione, giunta sino à questa nostra età essendo, communemente tiene