Pagina:Istorie dello Stato di Urbino.djvu/371

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148 Di Corinalto ne i Senoni.

chiamollo al servitio di quella Repubblica, per Vicario della prima Sala; e l'Anno 1515. il Serenissimo Senato, c'haveva sperimetato la sua inclita virtù, candida fede, mandollo per Ambasciatore appresso la Corona di Francia, dalla quale venne molto di pretiosi doni, e di favoritissimi Privilegij honorato; principalmente dell'habito di Cavagliero aureato, con tutti gli suoi Discendenti, che dell'Aurea Dottorale fossero decorati, come io vidi nella lettera patentale soscritta di propria mano dal Rè Francesco, e co'l sigillo munita, data in Leone lì 10. Luglio l'Anno 1515. Questa nel Regno di Francia viene singolarissima Dignità riputata, la quale se non à soggetti supremi si conferisce; da onde infiniti altri Privilegij provengono, principalmente di non poter essere carcerato per debiti, ne processato da verun Tribunale, che dal Consiglio grande di quella Regia Maestà. Rendesi anco idoneo di poter conseguire ogni maggior Dignità, che à più stimati Prencipi di quel Regno si conferiscono; ne sono astretti à far provanze della lor Nobiltà, supplendo al tutto l'Aureata cavaglieranza, e l'autorità Regale, che la dona. Havendo finita la sua Ambascioria, l'Anno 1518. li 6. di Maggio, fu chiamato dal Cardinal de' Medici, del titolo di S. Calisto, al servitio Apostolico, e subito dal medesimo dichiarato Commissario della Marca. E l'Anno 1519. per l'absenza del Cardinale Bibiena, Legato dell'Umbria, ch'andò in Francia à trattare con quella Corona importanti negotij, Gio: Andrea sudetto, per ordine del Papa, in vece di Legato supplì nella detta Provincia, risedendo in Foligno, co'l titolo di Governatore. Havendo la Sede Apostolica rihavuto lo Stato d'Urbino, fu da Leone Decimo da Fuligno mandato à quel Governo l'Anno 1521. con titolo di Luogotenente Generale, e dopò la morte del detto Leone, restovvi co'l titolo di Governatore della medesima Città dimandato, cosi le patenti testificano, che scritta furono sotto lì 22. di Genaro, l'Anno 1522. Et essendo poi Francesco Maria della Rovere rinvestito del Ducato, Leonora sua Moglie, che governavalo, (attendendo quel Prencipe alle guerre) non volendosi privare di questo grand'huomo, in honorati carichi trattenevalo: però che l'Anno 1528. lo mandò Luogotenente à Gubbio, e l'Anno seguente da indi levandolo, dichiarollo suo Gentill'huomo, à cui tutti i maggiori negotij del suo Stato affidana; e più volte il mandò à Prencipi diversi Ambasciadore, principalmente à Federico Gonzaga duca di Mantova suo fratello. Et in fine dopò molti altri simili honori, venne fatto dalla Sede Apostolica Avvocato Concistoriale di Roma, e ritornato un'Estate per ricrearsi l'animo, e godere le delitie della Patria, finì per mano d'un empio sicario, il felicissimo corso della sua gloriosa vita, con pianto universale di molti

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