Pagina:Istorie dello Stato di Urbino.djvu/382

Da Wikisource.

Libro Terzo. 159

quella carica, accompagnato con favoritissime lettere patentali, ritornò per suoi affari alla Patria. Et essendo penetrata la fama de' suoi meriti nella Corte del Gran Duca Tosco, à quel servitio chiamossi, à cui da quell'Altezza furono molti carichi militari conferiti, specialmente il Governo della Fortezza di Pistoia, la qual custodì fedelmente due Anni. Mà essendo richiesto dal Sommo Pontefice Sisto Quinto, e da esso con piena potestà Capitano dichiarato, contro i banditi, che davano il guasto alla Marca: volendo licentiarsi dal servitio e con la buona grazia partire da quel Prencipe, fu assalito all'improviso da un'ardentissima febre, che in breve tempo gli levò la vita, nel mese di Decembre, l'Anno del Signore 1588. e della sua età 52. Fù sepelito con solenni essequie, nella Chiesa di S. Francesco di Pistoia. Dispiacque molto questa morte al Papa, conoscendo egli molto bene quanto fora stato alla Santa Sede proficuo in quel presente bisogno il servizio di sì esperto Capitano, come appare da una scritta lettera dal Cardinal Mont'alto al Capitano Christoforo Fontini, suo Consobrino, la quale appresso del sudetto Girolamo Fontini di presente si trova asieme con l'altre, che dall'accenate glorie à pieno parlano. Volle il Sommo Pontefice, in vece del valoroso Defonto sostituire alla medesima carica Christoforo suddetto, come dalle patenti consta, date sotto li xx. Decembre dell'istesso anno 1588. Questo, accettata prontamente la carica, ratto inviossi di quei Luoghi alla difesa, che furono S. Severino, Tolentino, e Montecchio. E volendo in questo servitio non meno alla generosità del suo grand animo corrispondere, che al buon concetto del Sommo Pontefice da Capitano invitto in quella carica diportossi: onde contro li Fuoriusciti à continue scaramuccie trovandosi, sempre ne riuscì con honore, e lodi. Et havendo con la morte de gli Avversarij liberato il paese, trionfante ritornossene alla Patria, gran vanto dal Papa, e dal la Corte Romana trahendo, e maggiore da gli habitatori de i sudetti luoghi, i quali disgravati da si fieri nemici. Liberatore delle loro Patrie l'acclamarano. Giunto il grido dell'attioni magnanime di questo vittorioso Capitano all'orecchie di Gregorio Quartodecimo, lo volse vedere, e honorollo d'altri carichi militari: mà egli per suoi affari domestici non potendo abbandonare la sua Casa, contentossi d'accettare il Capitanato delle militie della Patria, e l'essercitò molt'Anni, con utilità evidente di quei Soldati, che disciplinati da esso nei militari principij, sotto il suo comando riuscirono esperti, e come veterani nelle armi. Morì questo lodevole soggetto in Foggia di Puglia, ove trovandosi à trattare negotij gravi, nell'Anno 1611. e della sua età 57. e fù honorevolmente nella Chiesa Maggiore di quella Terra sepolto.