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Italia e Grecia 153

quale ei la vide e trovò, abbia recato offesa al suo sogno. Certo quest’ultima guerra passò dolorosa su molti entusiasmi: e alla patria antica, gloriosa, intellettuale del mondo, avrà indugiato, forse per anni, il destino. Indugio non infecondo però, e prova non inutile, quantunque dura, per lei, se ai nepoti di Milziade e di Temistocle avrà rammentato che i più bei sogni, i più grandi sogni dei popoli vogliono, più che discorsi e spensierate fiducie, preparazioni lunghe, savie, concordi, virili, temprate alla scuola della