Pagina:Italiani illustri ritratti da Cesare Cantù Vol.1.djvu/112

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92 illustri italiani

deva ombra di Cesare, e s’accontentava di dimezzar l’impero coll’emulo dacchè più non si vedeva l’idolo del senato; e fra questi due e Crasso si strinse un connubio, conosciuto col nome di primo triumvirato (anno 60), che ovviando la mutua opposizione, riduceva in loro mano la pubblica cosa, usandovi Crasso il denaro, Pompeo la popolarità, Cesare il genio.

In tale posizione diventava ormai un sogno la libertà repubblicana, e Cicerone pur vedendolo, or all’uno or all’altro s’accostava, ma principalmente a Pompeo, perchè fautore del senato e conservatore degli antichi privilegi. Onde di Cesare diceva: — Io pressento in lui un tiranno: eppure quando lo miro con quel capolino così acconcio e grattarsi col dito per non iscomporre la pettinatura, non so persuadermi che uom siffatto pensi sovvertire lo Stato». La libertà però che egli permettevasi rimpetto ai triumviri, gl’indusse ad avversarlo; il che era più facile e perchè non apparteneva alla vecchia aristocrazia nè munivasi che de’ proprj meriti, e perchè il senato stesso, benchè se ne giovasse, amava vederlo umiliato, sia per que’ suoi vanti, sia per mostrare quanto poco potesse chi non avea gran natali o grandi ricchezze. Laonde aizzarono contro di lui Publio Clodio. Stratto dall’illustre casa Claudia, ma fattosi demagogo, e rottosi alla petulanza e al disordine, costui avea diffamato la sua gioventù con ogni nefando libertinaggio: violò i misteri della Dea Bona, e potè cavarsene impunito: in una sommossa uccide il tribuno del popolo, ch’era favorevole a Pompeo, e temendo non ne sia peggiorata la sua causa, fa assassinare anche l’altro tribuno ch’era favorevole al suo partito, onde incolparne gli avversarj. Nel territorio di Rosella, nella Maremma, movea guerra alla strada Aurelia, e imbaldanzito dall’impunità, stipendiato un branco di gladiatori, facea tremare que’ poveri liberti, che ormai soli rappresentavano nel fôro la maestà del popolo romano. Benchè nobile, si fece adottare da un popolano, per essere eletto tribuno della plebe. Allora, spalleggiato dai triumviri (anno 58) che sotto la sua maschera esorbitavano, si affezionò il vulgo con proporre distribuzioni che consumavano un quinto delle pubbliche entrate.

Fra per izza personale, fra per istigazione de’ triumviri, fra per ingrazianire la ciurma, sempre smaniosa di buttar nel fango gl’idoli di jeri, Clodio aguzzava i ferri contro Cicerone. Il quale, vedendo in aria il nembo, compressi il tribuno Lucio Mummio, perchè costante-