Pagina:Italiani illustri ritratti da Cesare Cantù Vol.1.djvu/570

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speciali. Non per questo abbandonò Milano; che anzi, avutane la cittadinanza nel 1816, vi fermò sua dimora, e attese a educare privatamente nelle scienze legali, e rispondere a consulti.

L’agitarsi che in ogni tempo fece l’Italia per iscuotersi di dosso gli stranieri, Romagnosi secondò coi voti, ma non volle legarsi a società segrete, tali non potendo dirsi le massoniche sotto il regno d’Italia, dacchè erano un mezzo di godimento pei più, di broglio o di governo per alcuni. Siccome nel Codice Penale francese, così nell’austriaco era fatto reo di morte chi non rivelasse una congiura contro lo Stato. Cospirandosi nel 1820, un giovane, allora caro, dappoi venerato all’Italia, interrogò il Romagnosi se avrebbe partecipato alla Carboneria; ed egli ricusò non solo, ma cercò distorne esso poeta. Questo fatto, addotto in processo, bastò perchè il Romagnosi, come reo di non palesata cospirazione, fosse arrestato e tradotto a Venezia. Tenutovi con ogni riguardo, potè studiare, e far l’opera sua sulle matematiche: noi pubblicammo la limpida difesa ch’egli fece di sè stesso1, per la quale un giorno gli si aprì la carcere e andasse. Pregò lo lasciassero starvi sinchè chiamasse da Milano il servo e denaro pel viaggio: ma per quelle brutalità della Polizia, che appestarono il Governo austriaco e corruppero la giustizia, non gli fu più permesso di insegnare come maestro privato2. Imbecillità, allorchè non si osava impedirci di stampare!

Così gli fu negato3 di accettare l’invito che Guilford, lord protettore delle Isole Ionie, gli faceva di recarsi professore a Corfù.

Dopo il 1831 rinterzaronsi le trame, e perchè i motori d’allora sentivano come fosse necessario l’avere in pronto un ordine da surrogare a quello che si distruggerebbe, e non erano sistematicamente nemici d’ogni capacità superiore come i rivoluzionarj posteriori, si volle aver consigli dal Romagnosi sul modo di sistemare il paese dopo che si fosse emancipato. Rammentando la peripezia del 1821,

  1. Negli Italiani Contemporanei, vol. II, pag. 131. Ivi sono le prove e i documenti di molti fatti, che qui nudamente recammo.
  2. Decreto presidenziale 24 settembre 1822. «Da’ processi essendo risultato che professa de’ principj che non permettono gli sia affidata l’istruzione della gioventù, S. E. il conte presidente dell’I. R. Governo è venuto nella determinazione di dichiarar cessata l’autorizzazione d’insegnare come maestro privato».
    Ne aveva patente dal 18 novembre 1819.
  3. Decreto 14 novembre 1826.