Pagina:Italiani illustri ritratti da Cesare Cantù Vol.1.djvu/600

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576 illustri italiani

ne appare l’influenza; l’ipotesi sua della statua potè suggergli quella dell’uomo isolato, nella Genesi e nei discorsi sulla libertà e l’eguaglianza: come Bonnet, accumula dimostrazioni anche là dove l’induzione sarebbe bastata; come Bonnet, connette l’ideologia colla fisica, affine di trasportare, per via di somiglianza, la legge della necessità dai corpi alle operazioni dell’intelletto; come Bonnet, mostrasi più atto ad ordinare e abbracciar con logica robusta, che non a semplificare con analisi sottile. Pure quel metodo, che nella storia delle facoltà dell’anima riusciva monco se non dannoso, vôlto da Romagnosi a ridurre in pratica le astrazioni, apparve fecondo di sociali verità. Smoderata egli diceva la guerra bandita al sillogismo, che, se è inetto all’inventare, è indispensabile per connettere, convincere ed applicare i principj conosciuti; sicchè l’opera degli scolastici non si deve da capo a fondo rovesciare, bensì ravvivarla con largo filosofico intendimento. Però, come uom d’affari, cerca dettami positivi; studiando non l’uomo speculativo, ma l’uomo di fatto, e il pensiero vivo e attuantesi nel mondo. Illusorio è il vantato valore delle generalità al cospetto della vivente natura, ma bisogna stare alle nozioni intermedie assicurate, attinte dallo stato pratico, e adoperare una logica, che, per via di mezzi e di fini, scenda a gradi al livello dell’umana industria; e considerar la natura e la società non in astratto, ma in età, in luoghi e con tradizioni determinate, se vogliasi stabilire la scienza dell’utile e del giusto, che deve abbracciar la terra e camminare coi secoli. Senza ciò, si dà alle teoriche una disastrosa potenza, che pretende diriger le umane operazioni, trascurando quanto si oppone fra la sommità de’ principj e le operazioni assegnabili all’industria umana; sconosce o anticipa le opportunità, e, nell’intento del bene, opera il peggio.

Con tale metodo entrato a studiar l’uomo, non adoperò l’analisi dissolvente, per cui sarebbe duopo pigliarlo sin dalla concezione, e sconvolgere affatto le società costituite, senza rispettare gli affetti e le istituzioni più sacre. La filosofia fu per lui la conoscenza delle cose per via delle cause assegnabili; lo studio della mente umana, una grande storia ragionata della coltura intellettuale de’ popoli, operata dalla natura; la filosofia civile, una cognizione de’ principj che dirigono l’umanità al meglio realmente ottenibile per via delle cause coordinate a colta e soddisfacente convivenza: cognizione non dedotta da platoniche preordinazioni, ma capo d’arte da