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certe pubbliche solennità. Internamente l’Istituto divideasi in otto commissioni; cioè di storia, letteratura, archeologia; di scienze filosofiche politiche, legali; di matematica pura e applicata; di geografia e topografia; di fisica e chimica; di storia naturale e agronomia; di scienze mediche e chirurgiche; di tecnologia.

Oltre aver commissioni permanenti sui bachi da seta, sui boschi, sulle fonti, sui vini, sull’archeologia, dal Governo era consultato frequentemente sopra punti scientifici, per esame di privilegi domandati, per dispensare dai diritti doganali nuove macchine introdotte, per quistioni topografiche o legislative- o sanitarie, e sulla beneficenza, su libri; e dovette, sin fare talvolta cento rapporti in un mese, i quali importavano studj coscienziosi e lunghi, analisi, spese. Quando l’oidio invase le viti, l’Istituto fissò una commissione che annualmente riferisse sui progressi del male e i tentati rimedj; un’altra quando vi s’aggiunse la malattia de’ filugelli, e suggerì che a tale studio fosse applicato un premio speciale che l’imperatore voleva assegnare, come domandò dal Governo d’avere, per mezzo de’ consoli, notizie precise sull’andamento di tale coltura in paesi lontani, e sulla possibilità d’ottenere miglior seme. Dell’Associazione agricola di Corte Palasio potè dirsi assicurata l’esistenza dacché l’Istituto propose al Governo d’iscrivervi un grosso capitale, conflato colle multe ai violatori delle leggi doganali, e destinato per legge a benefizio de’ figliuoli delle guardie. A imitazione del Governo, anche le regie delegazioni e le comunità ricorreano al senno dell’Istituto; lo faceano i particolari; e anche municipj e governi estranei a questo dominio chiedeano consigli all’Istituto, e gli affidavano l’esame di concorsi o d’invenzioni1.

Una società di dotti, la quale recita e stampa cose che si fanno anche da soli e meglio, e nella quale si ha cura di protestare che ciascuno esprime opinioni individuali e ne è unico responsale; una società, i cui membri stessi non s’incontrano che una volta ogni quindici giorni per leggere, ud re e separarsi, è tutt’altro da que’ consorzj, necessari allorché mancavano libri ed erano difficili le comunicazioni, o da quelle fraternite dove con disinteresse collaboravano tutti a fatiche importanti ed eccedenti la potenza di un solo, come sarebbero state quella di Deventer in Germania, del Cimento a Firenze, dei Padri Maurini in Francia, o la Società Palatina a Milano, ove dai ricchi somministravansi i capitali, dai dotti l’ingegno onde pubblicare opere di utilità o decoro comune.

Pure le Accademie tolgono a quell’isolamento morale e intellettuale, a cui spesso i compatrioti esiliano chi gli opprime coll’incontestabile superiorità. Possono anche recar qualche conforto in tempi, in cui la gloria non é consacrata se non dalla cura che s’ha a diminuirla. Quella parola che ispira ad alcuni sgomento, ad altri arcane speranze, che alcuni aggravano di tutte le colpe, altri salutano rimedio a tutti i mali, e che molti

  1. Per esempio, la città di Trieste ne chiese il giudizio per conferire il premio Rossetti a storie patrie.