Pagina:Italiani illustri ritratti da Cesare Cantù Vol.2.djvu/285

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frà bernardino ochino 275

volgare d’iscusazione, dicendo ch’io non posso credere che un frate Bernardino Ochino, mostratosi per uomo di molta prudenza, di bontà singolare, di somma religione, sia ora senza giusta cagione trapassato in una tale diversità di pensiero e di vita. La quale allegazione, sebbene forse a qualcuno parrà verosimile, nondimeno a me soddisfa poco, ed agli altri molto meno, parendo loro che l’innovar le cose stabilite nella religione, il disobbedire al suo superiore, il trapassar da’ cattolici agli eretici non sia cosa nè da prudente nè da religioso; e finalmente che il partirsi da questa santissima verità, la quale dai primi apostoli s’è di mano in mano insino ai nostri tempi conservata nella Chiesa romana; che il partirsene non sia lecito nè concesso in caso veruno; anzi si deve sopportare ogni pena per confessarla, per difenderla, laddove gli strazj si convertono in piacere, le carceri in libertà, i tormenti in gioja, la povertà in ricchezze, la morte in vera ed eterna vita, siccome già fecero tanti antichi martiri, i quali non si vollero mai discostare dagli articoli confessati dalla Chiesa cattolica, la quale è (come disse san Paolo) colonna e firmamento della verità. Quando dunque io sento che così si parla di voi, allora tutto mi conturbo, e mi attristo in tal guisa, che alla fine mi son risoluto scrivervene, pregandovi, s’egli è onesta preghiera, che mi rispondiate, e vi sforziate d’illuminarmi le tenebre di questa vostra non aspettata mutazione; perchè insino a tanto ch’io non ne ho altra luce, non posso se non credere che ella non abbia avuto la luce di Dio.

«Forse mi dirà qualcuno che voi vi siete partito d’Italia perchè vi siete stato perseguitato, e che in ciò avete imitato l’esempio di Cristo e di Paolo e d’alcuni altri santi, i quali, essendo perseguitati, si fuggirono dalle mani e dalle unghie de’ perseguitatori; e mi dirà che spesse volte gli accusati dal mondo sono iscusati da Dio, e i dispregiati dal mondo sono onorati da Dio. Ma io non so in prima come a ciascuno sia lecito il fuggirsene via contro i comandamenti e decreti del suo maggiore, al quale egli è sottoposto ed obbligato ad obbedire, siccome è intervenuto a voi; di poi non intendo qual sia stata questa persecuzione, nè qual sia questa accusazione, o qual disonore v’è stato fatto, onde vi fosse necessario il fuggire. Ben mi ricorda che in Italia eravate apprezzato, onorato, riverito, e quasi cosa divina adorato, e predicando voi il santo nome e la vera legge di Cristo, eravate con tanta divozione da tutta Italia ascoltato, che