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166 nelle acque profonde


il continuo quadridimensionale della teoria della relatività è adeguato solamente per alcuni fenomeni naturali, che includono fenomeni a grande scala e la radiazione nello spazio libero; altri fenomeni possono essere rappresentati solamente uscendo da questo continuo.

Noi abbiamo, per esempio, già tentato di dipingere la coscienza come qualcosa al di fuori del continuo, e abbiamo visto che l’urto di due elettroni può essere semplicemente rappresentato in sette dimensioni. È concepibile qualcosa che, avvenendo interamente al di fuori del continuo, determina quel che noi definiamo «corso degli eventi» dentro il continuo, e che l’apparente indeterminazione della natura provenga semplicemente dal nostro tentativo di forzare il divenire, accadente in molte dimensioni, in un più piccolo numero di dimensioni. Immaginiamo, per esempio, una razza di vermi ciechi, le cui percezioni siano limitate alla superficie bidimensionale della Terra. Di quando in quando alcuni punti della Terra diventano sporadicamente bagnati. Noi, che con i nostri sensi abbiamo percezione delle tre dimensioni dello spazio, chiamiamo il fenomeno pioggia, e sappiamo che eventi nella terza dimensione dello spazio, assolutamente ed unicamente, determinano quali posti diventino bagnati e quali debbano rimanere asciutti. Ma se i vermi, che non hanno mai coscienza della terza dimensione dello spazio, cercassero di