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202 nelle acque profonde


rale ed è facilmente compresa. Tuttavia, in un esame obiettivo della situazione, il fatto che più emerge sembra essere che la meccanica ha già tirato il suo dardo, e ha fallito in malo modo, così dal lato scientifico come da quello filosofico.

Se qualcosa è destinata a sostituire la matematica, sembrerebbe che fosse qualcosa di molto contrastante con la meccanica.

È stato troppo spesso ripetuto che noi possiamo discutere queste questioni solo in termini di probabilità. L’uomo di scienza è abituato al rimprovero che gli si fa di cambiare le sue vedute ogni volta, con la conseguenza implicita che quel che dice non può esser preso troppo sul serio. Non è giusto disapprovare che, esplorando il fiume della conoscenza, egli discenda un affluente invece di continuare lungo la corrente principale; nessun esploratore può esser sicuro che un affluente è tale, e niente di più, finchè non l’abbia percorso. Ciò che è più serio e fuori del controllo dell’esploratore è che il fiume ha delle curve, ora ad Est ora ad Ovest.

A un certo momento l’esploratore dice: «Io vado con la corrente, e vado verso Ovest; l’oceano, che è la realtà, sembra dunque molto probabilmente stare ad Ovest». E più tardi, se il fiume ha piegato ad Est, egli dice: «Mi sembra che la realtà sia ad Est».

Nessuno scienziato, che sia vissuto negli ultimi trenta anni, può essere troppo dogmatico sul corso