Pagina:Jessie White La miseria di Napoli.djvu/146

Da Wikisource.
132 parte seconda.

media del danaro prestato su questi utensili è di 13 mila lire al mese per i pegni nuovi, 7 mila per i rinnovali, 17 mila per gli oggetti spegnati e rimpegnati; or ciò prova che quella povera gente ritiro gli utensili più volte, e fu obbligata a rimetterli, e ogni volta le toccò di pagare l’uno per cento di nuovo, sicchè ammesso che la pentola o il paiuolo siano stati quattro volte impegnati e spegnati, l’infelice in un anno avrebbe pagato il 10 per cento d’interesse. I pegni consentiti dal Monte di pietà di Napoli, da cui tutti dipendono, ascendono a più di 20 milioni, tra cui le sole pannine figurano per quasi due milioni.

La nuova regola poi che dopo un certo tempo bisogna spegnare per rimpegnare, riesce ad una forzata vendita per moltissimi.

A Roma bisogna farlo ogni anno, a Napoli ogni 10 mesi. Sicchè il Monte di pietà per il povero risolvesi nella più spietata delle istituzioni. Che dire poi di quella infinità d’istituzioni dette Monti per soccorsi a domicilio, e per scarceramento di debitori ec. ec.?

Primo Monte per suffragi a defunti, non che per doti a donzelle povere e soccorsi a mendici.

Secondo Monte per suffragi a defunti, per doti a donzelle povere, soccorsi a poveri ed all’Ospizio di collocamento.

Monte di dotazioni a povere civili donzelle e ceti determinati.

Primo Monte per dotazioni a povere fanciulle del popolo.

Secondo Monte per doti a povere e per prestiti