Pagina:Jessie White La miseria di Napoli.djvu/150

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136 parte seconda.

da pigioni esorbitanti, e queste dalla fiscalità nella esazione.

Ma visto che la conversione delle proprietà immobili in rendita offre un vasto campo ai disonesti ed agli speculatori, il Municipio progressista e il Governo riparatore possono andar d’accordo sui modi più adatti per utilizzare ed economizzare ogni cosa posseduta, o cespite di rendita; e mentre si stanno combinando i modi, devesi studiare e concretare un progetto di legge per regolare il pauperismo in Italia in guisa da sollevare più efficacemente resistente miseria, ma con tutte quelle cautele insegnate dall’esperienza delle altre nazioni per impedire che la miseria prodotta da cause diverse, di cui molte transitorie, non si tra sformi in un pauperismo cronico e crescente.

Nel grazioso opuscolo di Emilio Morpurgo intitolato: I Prestatori di danaro al tempo di Dante, si dànno molti importanti ragguagli intorno all’avversione degli uomini buoni e grandi di tutti i tempi all’usura.

Il grande Alighieri, egli scrive, ch’è l’osservatore più acuto ed in uno il giudice più intemerato de’ suoi tempi, non serbò il silenzio sopra questa pagina secreta del passato. Dalle serene regioni degli affetti, dalle miserande lotte di fratelli che straziano il bel paese, dalle virtù o dalle colpe di coloro che potevano appellarsi alla violenta ragione della spada, egli discende bene spesso fino al popolo. Il suo canto non è l’epopea d’eroi divinizzati, ma bensì la rivendicazione animosa dei diritti dell’uomo.

Tutte queste turbe d’oppressi passano dinanzi al suo sguardo, ed egli le raccoglie sotto le grandi ali