Pagina:Jessie White La miseria di Napoli.djvu/20

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6 parte prima

sopra un dato punto, essa cede prima di riceverne l’intimazione, e cede con tanta grazia e buon garbo, che spesso figura d’essere lei l’iniziatrice della desiderata riforma o della concessione.

E ciò che è vero in sommo grado per la classe più elevata, è ancora vero per la borghesia alla e bassa. L’Inglese non si lascia venire l’acqua alla gola: al primo segno di marea, allestisce la barca di salvamento. Ed i pensatori, nei libri e nei giornali, speculano teorie, e narrano fatti, ed avvertono dei pericoli. I rappresentanti del popolo, che prendono sempre dalla stampa il do della solfa, anch’essi narrano, discutono e propongono, nè verrebbe mai in alcuno la fantasia di dire: «Zitto, parlate sotto voce, non propalate che esiste tutto questo male.»

Ed in Inghilterra vediamo scioperi e lotta. Le classi al pianterreno all’edificio sociale vanno prendendo possesso dei piani superiori con una crescente sicurtà, ed i ci-devant pigionanti si vanno restringendo in appartamenti più piccoli. Ma difficilmente avverrà una battaglia per le scale; perchè tutto è già tacitamente combinato e convenuto a priori.

Qui, invece, appena si scrive o si parla delle enormità che uno vede o sente, gridasi d’intorno «acqua in bocca;» non isvegliate il leone che dorme. Ma il bendare gli occhi per non vedere il fucile appuntato non impedisce al condannato di ricevere in pieno petto le palle, nè il silenzio oggi sull’inaudita miseria esistente in Italia impedirebbe che il misero, quando un barlume di diritto gli penetri nel cervello, od uno spasimo troppo acuto gli trafigga il